martedì 11 giugno 2013

11 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Fabio Conte

Sabina era la migliore amica di Laura, avevano la stessa età e frequentavano l’unica scuola di Tiepole. Sabina era bellissima, aveva i capelli biondi e ricci. I suoi occhi erano color cenere. A scuola era corteggiata da molti ragazzi ma lei non si concedeva a nessuno. Il sabato sera Sabina e Laura andavano alle feste organizzate all’interno delle rovine di una casa abbandonata vicino ai boschi.
Molte coetanee invidiavano Sabina, i ragazzi si fiondavano su di lei appena la vedevano arrivare alle feste. L’unica che non sembrava patire questa situazione era proprio Laura. A lei poco importava se fosse adulata o meno, il più delle volte rideva delle disavventure di quei poveretti costantemente rifiutati. Il giorno che comparve dal nulla Alberto cambiò tutto. Laura s’innamorò perdutamente di lui ma l’amore ricambiato presto si tramutò in dolore e il male causato al cuore fu tale da non cicatrizzare. Sabina finì per invaghirsi di Alberto. Smisero di vedersi, finirono per diventare nemiche e quando Laura scoprì che la sua ex amica rimase incinta cadde in depressione.
Quando venne al mondo Federico Marino, il figlio di Sabina e Alberto, la madre di Laura formulò la maledizione del coriandolo. Federico scoprì di essere maledetto a dieci anni. Era il suo compleanno e sua madre aveva organizzato una festa a sorpresa nel giardino davanti casa. Stava giocando con i suoi amici quando batté contro lo spigolo di un tavolo procurandosi un taglio profondo sulla fronte. Cadde all'indietro e perse i sensi. Dopo un paio di minuti sotto gli occhi scioccati della madre si alzò come se niente fosse successo e andò a sedersi di fronte a suo padre. Federico lo fissò ininterrotto, i suoi occhi da azzurri divennero rossi e cerchiati grigio cenere come quelli della madre, cominciò a parlare una lingua strana e sconosciuta. Suo padre si avvicinò per guardare meglio da vicino suo figlio. Non si capì come potesse aver fatto ma tutti i presenti videro Federico sollevare il padre e scaraventarlo come un ramo secco contro una finestra uccidendolo sul colpo. Sabina vacillò un istante prima di crollare in terra svenuta. Federico alla vista di sua madre si lanciò su di lei azzannandole il collo. La donna non si rese conto della morte. Con la bocca piena di sangue, si lanciò contro i presenti, fu allora che Carmine lo colpì violentemente al viso coricandolo all'istante Federico cadde in una specie di trance e il suo respiro divenne affannoso.
Gli invitati scapparono impauriti, rimase soltanto Carmine che con il cuore che gli martellava nel petto tentò di tamponare con la propria maglia il collo di Sabina. Trasalì quando udì alle sue spalle un rumore di passi, si voltò di scatto e vide Federico che stava correndo verso la montagna.
Lo cercarono giorno e notte. Dopo una settimana lo trovarono addormentato in mezzo a dei resti animali in una grotta. Federico venne legato e imbavagliato e rinchiuso in uno scantinato ma lui riuscì a fuggire ancora una volta. Venne ritrovato ma quando videro i resti di alcuni bambini mangiati vicino a lui, dovettero sedarlo per fermare quella furia umana. Federico venne rinchiuso in una cella e dopo otto anni riuscì a scappare di nuovo. Quando si seppe in giro della sua fuga i Tiepolesi caddero nel panico. Una sera Carmine, il sindaco e altri stavano giocando a carte nel bar, quando udirono un urlo disumano provenire dalla piazza, corsero fuori e trovarono Federico con un pugnale conficcato nel torace e un foglio di carta nella mano sinistra.

«Marta Vasselli sta arrivando…»

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