sabato 26 gennaio 2013

INTERVISTA A: Francesca Verginella

Intervista a Francesca Verginella,
autrice del romanzo Luna

Benvenuta nel nostro blog, oggi abbiamo il piacere di poter conoscere meglio l'autrice del romanzo Luna, Francesca Verginella. Ciao Francesca, ci farebbe piacere se ti presentassi un po' ai nostri lettori, grazie.

Com'è il tuo rapporto con la scrittura? Cosa rappresenta per te?

Quello con la scrittura è stato un incontro casuale, ma che ha segnato positivamente la mia vita. Ci siamo conosciute quando avevo 19 anni e non ci siamo più lasciate. Per me scrivere è una valvola di sfogo, un modo diretto per comunicare.

Quando scrivi vai di getto o preferisci pianificare prima tutto il lavoro?

Inizialmente parto di getto. Mi capita di scrivere le prime 10 o anche 60 pagine e poi mi fermo. Mi rendo conto che i personaggi che cominciano a muoversi nella storia hanno spesso bisogno di una struttura più solida a cui aggrapparsi per non diventare poco coerenti. Allora creo uno schema piuttosto semplice. Per ogni personaggio esamino ed annoto (per sommi capi) l'aspetto, il carattere, il senso della sua presenza nella storia. Nel caso di "Luna" ho dovuto anche disegnarmi una cartina di Solamia perchè, man mano che il viaggio proseguiva, i luoghi attraversati e quelli ancora da raggiungere cominciavano a diventare troppi per ricordarli a memoria. Ma quello che succede nella trama non lo chiudo mai in uno schema. Preferisco seguire la storia così come mi viene narrata dall'ispirazione.

Hai qualche genere letterario o autore a cui ti ispiri e che ti piace particolarmente?

Non ho un genere o un autore a cui mi ispiro. Certamente i libri che ho letto, soprattutto tra i 10 ed i 20 anni, sono quelli che hanno più inciso sulla mia cultura di scrittrice e che possono in qualche modo aver indirettamente influenzato il mio modo di scrivere. Sto parlando dei classici della letteratura per ragazzi (le favole dei fratelli Grimm, "Il Corsaro Nero" di Salgari, "Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" di Carrol, e così via), della letteratura dell'ottocento russo (Tolstoj, Dostoevskij, Gogol, ecc.) ed inglese (le sorelle Brönte, George Eliot, Virginia Woolf, ecc.), passando per i grandi scrittori francesi e tedeschi, fino ad arrivare ad autori contemporanei (Umberto Eco, Ken Follet, Stephen King, ecc.). In quel periodo ho letto anche qualche libro fantasy e di fantascienza, più che altro della collana Urania. Rispetto a questo genere mi ha molto più influenzato il cinema che la letteratura. Qualche altro autore fantasy l'ho letto negli anni successivi alla stesura di "Luna"; Tolkien l'ho letto solo dopo aver visto il film. Come vedi non sono una lettrice di genere, così come non sono una scrittrice di genere.

Parlaci del tuo romanzo, Luna, dalla sua stesura ad oggi. Hai qualche retroscena da poterci svelare?

Mi stai chiedendo di raccontarti una vita intera. L'ho scritto 19 anni fa. E' stato come seguire un fiume in piena. A parte alcuni passi in cui ho dovuto stare attenta a far combaciare le varie storie che si dipanavano, la trama è uscita fuori dalla penna con facilità. E' stato il mio primo libro e non lo chiamavo così. "E' una cosa che ho scritto", così chiamavo quei tre quaderni maxi a quadretti scritti a penna con la mia calligrafia quasi illeggibile. Non pensavo che qualcuno lo leggesse mai. Invece il mio fidanzato di allora (e mio attuale marito) ha voluto che lo tirassi fuori dal classico cassetto e che glielo facessi leggere. Così ho dovuto sacrificare una parte dei soldi appena guadagnati con la vendemmia per comprarmi una macchina da scrivere "elettronica" e ho trascritto tutto il romanzo. Dopo averlo letto mi ha convinto a spedirlo a qualche casa editrice (prendendomi più che altro per sfinimento). Allora ho dovuto trascriverlo nuovamente su file. Non avevo però un computer (aggeggio che io ancor oggi mal sopporto), ma per fortuna un mio amico mi regalò il suo vecchio PC, tanto "a lui ne serviva uno più serio" - frequentava Ingegneria Informatica. Così ho imparato ad usare Word e a salvare i file su dischetto. Io scrivevo e mio marito, dopo essersi cimentato nell'editing del testo, stampava. Così è successo anche per tutti gli altri libri che ho scritto e così sarà anche per quelli che verranno. Oggi ho imparato a scrivere direttamente su computer, il che semplifica notevolmente le cose. Le prime pagine di ogni nuovo racconto, quelle cariche di ispirazione che danno il via alla storia le scrivo però sempre con una penna su un maxi quaderno a quadretti.

Cosa ti ha spinto a scrivere il romanzo, a cosa ti sei ispirata o come ti è venuta in mente la trama?

Mi ha spinta la voglia di evadere dall'aula di Chimica dell'Università. Poco tempo prima una mia compagna di corso mi aveva fatto leggere alcune pagine di un romanzo fantasy che aveva scritto ed io, quasi per scherzo, scrissi alcune frasi su un foglio, frasi che sono poi diventate le parole che Ledon dice all'inizio del primo capitolo. Da quel momento non ho potuto più fermarmi fino a che non ho scritto la parola "Fine". L'ispirazione è venuta da tutto quello che avevo letto o che avevo visto al cinema o in TV, il tutto ben mescolato, agitato ed arricchito dalla mia immaginazione. Ripensandoci a distanza di anni, la trama si è sviluppata in modo naturale, quasi Solamia esistesse davvero ed io stessi solo riferendo quello che vi accadeva. E' stato molto emozioante.

Che messaggio/sensazione vorresti che rimanesse a chi legge o leggerà il tuo romanzo?

Come ho già detto, mentre lo scrivevo non credevo venisse letto da qualcun'altro e quindi non ho pensato di metterci dentro un particolare messaggio indirizzato al lettore. Ho semplicemente raccontato la storia di chi non si arrende nemmeno di fronte alle proprie debolezze e che cerca sempre di affermare la propria vera natura. Ho raccontato la storia così come la vedevo nella mia testa, quindi penso non potesse andare diversamente o contenere altro messaggio che l'esempio che i vari protagonisti portano con le loro azioni. Al lettore giudicare se questo sia di tipo positivo o negativo. Devi però sapere che io sono più pragmatica che filosofica: se con questo mio romanzo ho fatto passare qualche ora piacevole a qualcuno, allora sono più che soddisfatta.

La protagonista del romanzo è Narciso, che non sa però di essere in realtà Luna, è esatto? Puoi parlarci un po' di lei e del suo carattere?

Narciso è una ragazza semplice,che alle volte si è adattata a fare della sua vita quello che gli altri si aspettavano e non quello lei davvero avrebbe voluto. Non che ciò sia avvenuto per mancanza di carattere, tutt'altro: proprio perchè forte pensava di poter sopportare una delusione personale pur di accrescere la felicità di coloro che più amava. Molte volte la vita ci porta a prendere altre direzioni ed a fare scelte differenti rispetto a quelle che avevamo previsto o che avremmo preferito. La forza, il coraggio e la determinazione si vedono anche nel trovare il meglio in situazioni in cui non avremmo mai immaginato di essere.

Oltre alla protagonista quali sono gli altri personaggi principali? C'è qualcosa di biografico in qualcuno di loro?

Innanzitutto c'è Arat, un combattente della Resistenza, fiero, forte, intelligente, intellettualmente onesto ed anche bello che accompagnerà Luna nel suo viaggio, anche se inizialmente solo perchè costretto. Purtroppo Arat non esite nella realtà, almeno non nella mia.
Poi c'è Aza, compagna d'arme di Arat nella Resistenza. Bella, ma per niente femminile. Per Luna ha spesso parole di fiele. E' dura e cinica,ma leale e onesta. Anche lei fa parte della compagnia che scorterà Luna attraverso le terre di Solamia. Aza si comporta spesso come vorrei fare io in certe occasioni e con certi tipi di persone, se solo la buona educazione lo permettesse.
Gor e Sador sono due soldati/briganti Immelici del gruppo al seguito di Luna. Li cito in coppia perchè sono sempre insieme. Gor è un gigante che parla poco e picchia sodo mentre Sador è un ragnetto mezzo drogato che non smette mai di parlare. Litigano in continuazione ma eseguono sempre gli ordini e, con le loro armi, sono micidiali. Diciamo che loro sono un mix di tante brutte abitudini di alcuni miei conoscenti.
Infine c'è Cablam, un Illusore che si aggrega alla compagnia poco dopo la partenza da Deos. E' potente. Manipola la mente delle persone e crea realtà alternative così vivide e credibili che nessuno riesce ad accorgersi dell'illusione. E' introverso, superbo, egocentrico, ma c'è qualcosa di attraente in lui. Anche se lo temi è difficile allontanarsi da lui, almeno finché è lui a volere che sia così. E' una cosa che tormenta l'anima. In versione ridotta ho incontrato un tipo così: stavo tanto bene prima di conoscerlo, ma una volta conosciuto non sono più stata quella di prima. E' uno di quelli che ti danno il tormento e poi ti dicono: "Non so casa fare con te." Insopportabile ma irresistibile.

Solamia è il continente originario di Luna, puoi parlarci di questo mondo e delle ambientazioni in generali che fanno da sfondo al romanzo?

Solamia è un unico grande continente mentre, a parte poche isole, tutto il resto del pianeta è ricoperto dall'oceano. Le diverse popolazioni vivono quindi sullo stesso suolo ma sono divise da catene montuose, valli, fiumi e vulcani. Per descrivere le terre attorno a Deos mi sono ispirata alla mia regione. La riva bagnate dal mare si trasformano in fertile pianura che poi sale e incontra dolci colline adornate da laghi boschi. Passando tra queste colline numerosi fiumi si inerpicano sui monti, sempre più su, fino a raggiungere le vette innevate. A Solamia ho creato le terre d'Ausolia, bucoliche ed amene, dalle quali nascono i Monti Kobit. Tra di essi vi è il Monte Ko, la cima più alta del continente, una vetta così inospitale da gelare il fiato a qualunque essere vivente portandolo rapidamente alla morte. C'è poi la foresta Greetes, un bosco millenario formato da alberi simili alle sequoie. All'interno di questa foresta gigantesca sono racchiuse una flora ed una fauna incredibili. A Solamia ci sono però anche luoghi inospitali ed ostili. La Barriera di Fuoco è una catena montuosa che si estende per chilometri costituita da centinaia di vulcani perennemente attivi. All'estremo nord del continente c'è l'Artiglio del Mare, tre fiordi molto profondi dalle pareti verticali che penetrano nella terra. L'acqua del fiume Lenk vi si getta formando tre cascate che si precipitano a piombo mescolandosi vorticosamente con l'acqua gelida dell'Oceano Nord. A sud-ovest del continente c'è poi la Rocca Salina, un deserto di sale circondato da una sorta di muro con pareti semitrasparenti anch'esse di sale. Niente acqua, niente cibo. Solo sale, sole, sudore e sangue. Nessuno può sopravvivere nella Rocca.

Per il tuo romanzo hai deciso di pubblicarlo sul sito Smashwords, come mai questa scelta e non hai privilegiato altri siti del genere tipo Amazon?

Ho scelto Smashword per vari motivi: è un'idea innovativa che ha fatto scuola (il servizio di Self Publishing di Amazon ha attinto a piene mani a questa esperienza), è in continua espansione, è completamente gratuito, fornisce gratuitamente codici ISBN, è estremamente semplice da utilizzare, restituisce un prodotto in formati multipli, compreso il formato .mobi utilizzato da Kindle, e distribuisce il libro su vari canali, quali Barnes&Nobles, Kobo (che a sua volta redistribuisce su inMondadori), e molti altri, compresa Amazon, con la quale Smashwords aveva, fino a qualche mese fa, un accordo di collaborazione che è stato quasi del tutto interrotto da Amazon a seguito del lancio di KDP (Kindle Self Publishing). Guardando al mercato italiano, ovviamente altre piattaforme possono avere dei piccoli vantaggi, quali la lingua ed i prezzi in euro, oltre ad una maggior facilità nel reperimento di titoli in lingua italiana (cosa a cui, nel mio piccolo, ho cercato di ovviare con una piccola iniziativa a sostegno degli autori italiani consistente in una catalogazione delle loro opere accessibile dalla sezione libri del mio sito). Non ti nascondo che anch'io, stante l'attuale rottura di fatto tra Smashwords ed Amazon, ho pubblicato alcune mie opere anche su Amazon.it (senza ISBN). Smashwords lascia piena libertà in tal senso agli autori.

Cosa pensi del mondo dell'editoria?

Non so che dirti... la mia limitata esperienza personale non è stata certamente positiva. Appena ho deciso di inviare il "Luna" a qualche piccola casa editrice ho ricevuto in risposta sempre e solo complimenti e richieste di denaro. Le due case editrici maggiori mi hanno invece risposto che esaminavano solo manoscritti arrivati tramite agenzie letterarie. Ne contattai una che però si comportò in modo molto poco professionale: richieste di denaro ripetute ed insistenti quale copertura spese iniziali e cose simili. Non avendo originariamente scritto il romanzo con l'idea di farlo leggere a qualcuno e non essendo assolutamente interessata a pagare per pubblicare, lo rimisi tranquillamente nel cassetto per molti anni. Solo recentemente l'ho ritirato fuori e l'ho pubblicato su Smashwords. Da pochissimo l'ho anche rimandato ad alcune case editrici abbastanza conosciute che, almeno a parole, sembra siano finalmente disposte ad esaminare materiale spedito autonomamente (il desiderio di vederlo stampato anche su carta c'è, lo confesso!). Dovrei avere qualche risposta entro metà 2013. Incrociamo le dita!

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?

Attualmente ho in cantiere due opere fantasy, provvisoriamente intitolate "Il Castello" e "Draghi", ed un'opera biografica ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e ricavata da una serie di "interviste" fatte qualche anno fa a mio nonno relative alla sua avventurosa gioventù, vissuta tra mille espedienti in tempo di guerra tra italiani, tedeschi ed alleati. La stesura di questi romanzi procede però moto lentamente, perchè negli ultimi anni i miei impegni (principalmente di madre) non mi lasciano molto tempo libero. Solo recentemente sono riuscita a riprendere un po' in mano le varie storie. Conto però di riuscire a terminarli in tempi ragionevoli.

C'è qualche genere letterario, non ancora da te esplorato, di cui vorresti occuparti?

Il genere horror mi affascina, ma non sono sicura di essere capace di scrivere qualcosa in tema. Da qualche tempo mi è anche venuta una strana voglia, tipo quelle che avevo da gestante: improbabili e a volte insensate. Facendo tesoro della mia nuova esperienza con i bambini (i miei figli hanno 5 e 2 anni) sto accarezzando l'idea di scrivere una storia adatta a loro. Avventurosa, nuova, interessante, leggera, fantasiosa, facile, veloce, accattivante... pretendo troppo? Forse sì. Ti saprò dire qualcosa di più quando rimetterò in ordine le mie idee (che per ora mi sembrano troppe e confuse).

Grazie per questa intervista, alla prossima.

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